E oggi và cosi

E’ il frumento il cereale del Sole, associato alla Domenica. Il frumento era il cereale prediletto dell’antica Persia. Era il tempo in cui gli uomini sapevano ancora che negli alimenti sono attive le forze solari cosmiche e che , accogliendo il cibo, l’uomo fa sì che le forze solari continuino ad agire dentro di lui.

(Dal cosmo , dall’esterno proviene la forza del sublime essere spirituale e penetra con i suoi raggi nei frutti della terra. Lasciatevi colmare dalle forze spirituali del Sole. Il Sole sorge dentro di voi nel momento in cui vi nutrite dei frutti della terra.)

In quanto frutto maturato al sole , il frumento agisce nell’uomo armonizzando tra loro i sistemi organici. Sostiene i processi del sistema neuro-sensoriale e del ricambio.

E visto che siamo quello che mangiamo:

Radici per il sistema nervoso-sensoriale, foglie, per il sistema ritmico cuore-polmoni, fiore e frutto per il sistema della riproduzione (metabolismo).

Orecchiette con cime di rapa freschissime.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

  • 400 g. di semola di grano duro
  • 100 ml. di acqua tiepida
  • sale q.b.
  • 500 g. di cime di rapa bio
  • 1 spicchio di aglio
  • 4 c.io di olio evo
  • 1  c.io di capperi dissalati tritati
  • peperoncino piccante
  • sale q.b.

PREPARAZIONE

Su una spianatoia versare la farina a fontana, unire il sale e l’acqua gradualmente. impastare fino a formare una palla liscia. avvolgere con pellicola e lasciare riposare per 15 minuti.

Trascorso il tempo preleviamo dal panetto dei pezzi di pasta infarinando la spianatoia, formiamo dei cilindretti da cui taglieremo dei pezzi di circa un centimetro. Tirandoli con la punta di un coltello formando una piccola conchiglia. Proseguire in questo modo fino ad esaurimento della pasta. Lasciare riposare una notte coperte con un panno.

Mondare  le cime di rapa  ben lavate con acqua corrente. E tritate grossolanamente. In  t largo tegame, mettiamo l’olio i capperi dissalati e tritati, lo spicchio d’aglio intero, il peperoncino tritato, facciamo soffriggere leggermente, per pochi minuti,  e teniamo al caldo.

In una pentola capiente portiamo a ebollizione dell’acqua salata, tuffiamo le verdure e cuocere circa 3 minuti dal bollore,  versare anche le orecchiette e cuocere per altri 7/8 minuti. Scoliamo la pasta tenendo un po’ di acqua di cottura mettiamo nel tegame con il trito di capperi e peperoncino e facciamo insaporire bene.

Aggiustiamo di sale e serviamo fumante.

Buon Pranzo e buona domenica!!

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Quando le apparenze ingannano

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Non fa alcuna differenza per la salute di uomo quanto tempo lavora, fintanto che ama il proprio lavoro, perché la sua dedizione è come l’olio nella lampada che mantiene lo stoppino acceso, senza che lo stoppino si consumi.

Quando l’olio è finito, allora lo stoppino si consuma velocemente. Se in qualsiasi momento perdessi il mio ardore ed entusiasmo, allora probabilmente finirei a pezzi…

Il cibo che mangiamo crea e nutre le nostre azioni. Prima delle azioni, sviluppa le nostre sensazioni. Cosa comporta? La macrobiotica è un insegnamento una disciplina che dà della indicazioni.

Non tutti possono mangiare allo stesso modo; ma oggi viviamo proprio in un mondo in cui l’omologazione del cibo ha creato esseri omologati, schiavi privi di opinioni e audacia.

La mia ricetta che presento è composta da un ingrediente che di audacia ne ha da vendere, il Carciofo: depurativo, antiossidante, diuretico, anti-colesterolo, ricco di fibre, minerali e vitamine. Un aspetto che inganna ma che non tradisce. Ne mangerei a padellate in tutte le versioni, crudo, cotto, ripieno, arrostito ecc.

In questa versione è abbinato ad una pasta di grano duro Senatore Cappelli, con crumble al limone.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

  • 2 carciofi (preferibilmente con le spine)
  • 1 carota bio
  • 50g. di mandorle pelate
  • 30g. di uvetta
  • 30g. di pangrattato
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 limone
  • 3 c.ai di olio evo
  • sale
  • erbe aromatiche a piacere
  • 320g. di pasta tipo fusilli

PREPARAZIONE

Mondate i carciofi divideteli a metà e affettateli molto finemente, tuffateli nell’acqua fredda acidulata con succo di limone. Potete utilizzare anche i gambi decorticandoli e riducendoli a cubetti. Macinate nel mixer le mandorle fino a ottenere una farina, in una padella mescolatela al pangrattato con un cucchiaio di olio, foglioline di timo e un pizzico di sale. Fate tostare qualche minuto sempre mescolando per evitare che bruci. Se ne ricaverà una specie di couscous. Levate dal fuoco e aggiungete la scorza di mezzo limone tritata.

In un tegame dai bordi alti riunite l’uvetta tritata, i carciofi sgocciolati, la carota cubettata e lo spicchio di aglio intero lasciato con la buccia, scottate tutto per due minuti senza olio ne acqua, appena si caramellano versare un bicchiere di acqua calda, portare a bollore, aggiungere altra acqua calda e salare. Aggiungere i fusilli cuocere lentamente e se serve, aggiungere gradualmente acqua sempre calda fino a quando la pasta sarà cotta al dente e avrà un fondo cremoso, insaporire con due cucchiai di olio, una spolverata di pepe misto, erbe aromatiche a piacere, timo, origano, menta ecc.

Impiattare completando con il crumble tostato tenuto da parte.

Servire la pietanza ben calda, e gustare.

Buon Appetito!!

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Il sole dentro

Chi non fa ogni giorno,  qualcosa per la propria salute, un giorno dovrà sacrificare molto tempo per la malattia. (Citazione di Sebastian Kneipp)

La scelta alimentare consapevole, è la prima cosa da fare.

Mangiare non significa abbuffarsi di qualsiasi cosa capiti. solo perché si ha fame.

Il primo passo verso la salute è scegliere il proprio nutrimento.

Cucinare è un atto d’amore, verso se stessi e verso le persone che amiamo. Il primo nutrimento arriva dall’emozione che mettiamo nel  farlo.

La saggezza del cibo ha il potere di assorbire tutte le nostre emozioni, perché è un elemento vivo.

Quindi è importante farlo con il cuore.

Tutta l’energia positiva passerà nel cibo, e andrà a nutrire non solo il nostro corpo, ma anche la nostra mente e il nostro spirito. Ci aiuterà a stare bene fisicamente ed emotivamente.

Il cibo è stato creato per noi per contribuisce a tenerci in vita. A darci vitalità ed energia. Prendendoci cura di ciò che mangiamo e il cibo si prenderà cura di noi.

Il cibo è un elemento divino, e cucinare è un gesto sacro.

IL SOLE DENTRO, è una crema di zucca, una delle ultime ormai, perché la stagione delle zucche è finita. Oggi e stata una giornata piovosa, quindi perché non portare il sole in tavola.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

  • 500g. di zucca gialla bio
  • 1 finocchio bio
  • 1/2 porro bio
  • 1 carota bio
  • 1 pezzetto di zenzero bio
  • 1 fettina di scorza di limone bio
  • 2 foglie di alloro
  • foglie di salvia e rosmarino tritati
  • salsa di soia
  • sale q.b.
  •  2 c.io  olio evo
  • 1 litro di brodo vegetale

PREPARAZIONE

In una casseruola capiente mettere l’olio la scorza di limone, le foglioline di alloro, tagliare a rondelle il porro, affettare il finocchio, cubettare la zucca, la carota, e lo zenzero. Unire tutto e far insaporire qualche minuto. Aggiungere del brodo caldo, e aggiustare di sale.

Cuocere per 30 minuti circa, eliminare le foglie di alloro e la fettina di limone.

Frullare tutto con un frullatore a immersione, servire la crema di zucca, decorando i piatti i piatti con poche gocce di olio piccante e salsa di soia, e qualche gheriglio di noce tritato, e foglioline di valeriana.IMG_8662

 

 

Intrigante delizia

La mia prima pasta sfoglia, me la ricordo perfettamente, nasceva vegana perché quando io ero piccola il burro non sapevamo nemmeno cosa fosse, e tanto meno la sfogliatrice. Ricordo con infinita tenerezza quello che diceva mia nonna, “se vuoi qualcosa che non esiste in questa casa, realizzalo con le tue mani, con quelle puoi fare tutto” infatti nella nostra casa si produceva tutto ciò che si mangiava, e se volevi le zucchine dovevi aspettare aprile per mangiarle, ovviamente se le avevi seminate e curate, così come per le melanzane, pomodori o il melone,  e l’uva; insomma tutto quello che la natura e la  nostra campagna  poteva produrre era anche frutto del nostro lavoro.

Se volevi la pasta ci voleva la farina, quindi dovevi seminare il grano aspettare  giugno, mieterlo (raccoglierlo) pulirlo per ottenere i chicchi, portarli al mulino per la macina, ed eccoti la farina. Lo stesso per l’olio tra novembre e dicembre si raccoglievano le olive, si portavano al frantoio e si ricava l’olio. questi erano i beni di prima necessità.

Le nostre bellissime galline, (come tutte le galline del mondo) non facevano le uova tutto l’anno, per cui bisognava aspettare la primavera il periodo Pasquale, credo che non sia un caso che l’emblema Pasquale sia l’ulivo e simbolicamente la colomba, che rappresenta la pace e la rinascita. La nostra colomba era fatta appunto con farina, uova freschissime, zucchero,  olio e pasta madre viva.

Ogni arrivava al momento giusto, rispettavamo il ciclo della vita che si rinnova puntualmente, e non tradisce mai, ogni cosa ha il suo perché. La natura ha già pensato a tutto. Non esistono forzature.

Ed eravamo felici così,  la natura era la nostra ricchezza le cose semplici e genuine. Ecco perché l’autoproduzione mi affascina tantissimo mi permette di vedere nascere qualcosa dalle mie mani, è il rito magico che crea le cose.

Io le avevo detto che volevo fare una pasta tanto sottile, che somigliasse alla sua sottoveste, che si potesse vedere attraverso, e mi spiegò che se prendevo un pugno di farina, dell’acqua e un po di olio avrei ottenuto una pasta sottile, ma avrei dovuto tirarla tantissimo con il matterello, che all’epoca non era proprio un matterello di quelli che usiamo oggi,  era un semplice bastone di legno, credo di faggio, fatto dal nonno, levigato a mano con un coltellino idem per l’asse dove si faceva la pasta in casa.

Quindi mi rimboccai le maniche misi l’asse tra due sedie e comincia a lavorare. Ricordo che tirai la pasta talmente sottile che quasi si lacerava, avevo realizzato un tessuto che somigliava alla sottoveste di mia nonna, delicata impalpabile. la cosa bella, che questa si poteva cucinare e in cottura si apriva e si sfogliava in più strati. era friabilissima. E da allora diventai la maga della sfoglia.

Ingredienti per una sfoglia sottilissima. Sana e senza colesterolo.

  • 250 g. di farina integrale
  • 50 g. di farina di riso
  • 100 ml. di olio evo
  • 15 g. di sale
  • 125 g. di acqua

PROCEDIMENTO

 

In una ciotola uniamo la farina integrale, il sale , l’olio e l’acqua. Mescoliamo prima con una spatola, e poi con le mani, formiamo una palla, avvolgiamo in una pellicola da cucina, e lasciamo riposare 30 minuti.

Trascorso il tempo riprendiamo il panetto di pasta cospargiamo il piano di lavoro con farina di riso e cominciamo a tirare con un matterello oppure con una sfogliatrice fino a raggiungere lo spessore minimo, deve risultare quasi trasparente. spennellare con olio la superficie, ripiegare più volte su se stessa e ripetere l’operazione di stiramento per altre due volte, sempre spennellando la superficie di olio prima di ripiegare. La pasta assorbirà l’olio e in questo modo avrete una sfoglia perfettamente friabile dopo la cottura. E possibile realizzare prodotti sia dolci che salati.

La mia realizzazione è una mela di sfoglia ripiena di mele, ho prima ritagliato la pasta a forma di mela, ovviamente in cottura si e gonfiata permettendomi di poterla tagliare nel mezzo, ho preparato delle mele tagliate a fettine sottile, glassate in padella  con olio di cocco, sciroppo di riso, poco succo di limone e cannella in polvere. Posizionate su una metà di sfoglia, e sovrapporre l’altra metà. Decorato con coulis di frutti di bosco.

 

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Abbraccio senza fine

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Il riso il cereale della Luna, associato al Lunedi.

Il riso, ricco di forze solari, ma sopratutto ha un intimo rapporto con la Luna, il riso che cresce nell’acqua, e l’elemento primordiale dell’acqua e risponde all’influenza della Luna.  L’alta e la bassa marea si alternano nel ritmo lunare.

Ecco rappresentato, L’abbraccio senza fine i due elementi che insieme, caratterizzano un cereale distinto, delicato e forte al contempo, utile per il ristagno dei liquidi, ne favorisce l’eliminazione,  e contribuisce al buon funzionamento dei reni e della pressione alta.

Ed ecco l’abbraccio senza fine di riso e topinambur.

In questa preparazione ho voluto usare le due varietà di riso, il nostro riso bianco Carnaroli, quindi coltivato in europa. E l’altro riso venere nera di provenienza asiatica.

Io ho usato le due qualità di riso perché  volevo fare giocare sull’impiattamento con il simbolo del tao. La scelta e molto personale. Potete usare il riso che più vi ispira.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

  • 150g. di riso carnaroli integrale o semintegrale bio
  • 150g. di riso venere nera
  • 1 piccola patata
  • 4 topinambur bio
  • 30 ml. di olio evo
  • scorza di limone bio
  • 1 litro di brodo vegetale q.b.
  • Scalogno tritato finemente
  • 60g. di tofu vellutato.
  • sale q.b
  • pepe q.b

PREPARAZIONE

Preparare un brodo vegetale, portando a ebollizione un litro di acqua salata, una carota un gambo di sedano e un pezzettino di cipolla, una fettina di scorza di limone. Facciamo bollire per 15 minuti e  filtriamo. (Conserviamo le verdure facendone una piccola insalatina condita con un po’ di olio e limone)  Nel frattempo avremo pulito i topinambur dalla buccia e tagliati a fettine molto sottili. Così anche la patata.  Li aggiungiamo al brodo filtrato e portiamo a ebollizione per altri 15 minuti.

In una casseruola capiente, versiamo l’olio lo scalogno tritato molto fine, glassiamo, leggermente a fuoco basso, aggiungiamo il riso, e tostiamo per qualche minuto. Aggiungiamo un mestolo di brodo, con i topinambur,  e continuiamo la cottura fino all’assorbimento, prima di aggiungere altro brodo. portiamo la cottura del riso al dente. Uniamo al poco brodo rimasto circa un mestolo, il tofu vellutato. Frulliamo il tutto con il  minipimer  in modo da ottenere una crema fluida, che servirà a mantecare il riso e renderlo cremoso. Aggiustare di sale e poco pepe.

Nella versione bicolore ovviamente ripetere, in contemporanea la preparazione tenendo i due risi separati. Facendo attenzione alle cotture ad esempio per il riso venere potrebbero servire 5/8 minuti in più di cottura.

Volendo si possono fare delle chips di topinambur e aggiungerli all’impiattamento finale. E servire!!

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Incontri ravvicinati

 

Il miglio, il cereale di mercurio, il mercoledì è il giorno del miglio, che cresce sotto l’influsso di mercurio e ne favorisce il movimento.  Mercurio messaggero degli Dei, il Dio alato che ha il compito di unire e di congiungere, il cielo con la terra. Il miglio, da un chicco piccolissimo, le virtù con le forze e l’armonia della bellezza. Pelle, ossa, vista, denti. Dall’alto valore nutrizionale e naturalmente privo di glutine, con un forte potere equilibrante per il corpo e per la mente. Tendenzialmente alcalino e basico, porta calore e dunque efficace come prevenzione per le malattie fredde.

Incontri  ravvicinati:  miglio dorato e  vellutata di zucca gialla.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

  • 200 g. di Miglio dorato bio
  • 1 lt di acqua
  • 40 g di olio evo
  • 10 g. di sale
  • erba cipollina
  • scorza limone bio tritata
  • 200 g.  polpa di zucca gialla
  • 2 foglie di alloro
  • maionese vegana
  • olio piccante
  • erbe aromatiche

PREPARAZIONE

Lavare il miglio, mettere l’acqua sul fuoco con il sale, quando bolle aggiungere il miglio, e farlo cuocere per circa 16/20 minuti. Togliere dal fuoco e frullarne 1/3 condire con l’olio l’erba cipollina tagliata a rondelle, e la scorza di limone tritata. Distendere su una placca da forno oliata, e livellare con il dorso di una spatola allo spessore di 1cm. lasciare riposare per alcune ore.

Cuocere la zucca tagliata a cubi grossolani, con le foglie di alloro, per 20 minuti. Togliere dal fuoco, eliminare la foglie di alloro,  salare e condire con l’olio, frullare con il minipimer fino a ottenere una purea liscia. Passare al setaccio, se necessario aggiungere del brodo vegetale o dell’acqua. Tenere al caldo.

Sformare lo stampo di miglio e ricavarne del dischetti o dei cubi regolari, rosolare in padella con poco olio fino a renderli croccanti fuori. Passarli per pochi minuti in forno a 180°.  Servire la crema di zucca e adagiare 4/5 cubetti o dischi di miglio arrostito, condire con qualche goccia di olio piccante, erbe aromatiche e qualche fiocco di maionese vegana.

Mangiate il miglio di mercoledì, giorno dominato dai movimenti di Mercurio.

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Sweet temptation

 

Un dolce è sempre una tentazione a cui pochi resistono.                                               E’sempre un momento speciale, è la coccola terapeutica. Fà parte dell’amore, quella  nota dolce che dà sapore alla vita, è quel completamento rassicurante, il complice magico che accompagna un dopo cena, una sinfonia di sentori e sensazioni, per il palato e per lo spirito, che placa e nutre la mente…

In una ricetta semplice e con pochi ingredienti sani scopriamo,  tutte le note sensoriali.

Il dolce non troppo dolce,  l’aspro non troppo aspro un po’ pungente, la vellutata e morbida scioglievolezza, il croccante aromatico, il caldo speziato,  il fresco fruttato. L’irresistibile golosità.

CREMA INGLESE AL CARDAMOMO, LEMON CURD E MANGO

INGREDIENTI  PER 2 PERSONE:

  • 250 ml. Di latte di cocco
  • 170 ml. Di panna di cocco
  • 30 g. di amido di riso
  • 1/2 c.ino polvere di cardamomo
  • 1 baccello di vaniglia
  • Scorza di limone bio grattugiata
  • 80 g- di zucchero di canna chiaro
  • Lemon curd
  • 2 fette di mango fresco
  • 2 c.io di cocco rapè tostato
  • 2 c.ni di noci tritate

PREPARAZIONE

In un pentolino stemperare con un po’ di latte di cocco l’amido di riso, i semi del baccello di vaniglia, la scorza di limone grattugiata, e la polvere di cardamomo, lo zucchero tenendone da parte due cucchiaini, mescolare bene gli ingredienti tra loro, aggiungere il resto del latte e la panna, Portare a bollore sempre mescolando con una frusta. appena comincia ad addensare cuocere per pochi minuti e spegnere il fuoco lasciare intiepidire.

Versare in coppe da dessert mettendo sul fondo un cucchiaino di lemon curd. lasciare rassodare in frigorifero, o in un luogo freddo fino al momento di servire.

Al momento di servire, far scivolare su tutta la superficie della crema, un cucchiaio di lemon curd, continuare con la noce di cocco e le  noci tritate, precedentemente  tostati, infine guarnire con una fetta di mango tagliata molto sottile del diametro della coppa, spolverare con lo zucchero tenuto da parte, e se si è in possesso di un cannello, caramellare la superficie fino a doratura. IMG_9167

BUONA COCCOLA

PER IL LEMON CURD:

  • Buccia di due limoni bio grattugiata
  • Succo dei due limoni bio
  • 1 c.ino di curcuma
  • 20 g. di amido di mais
  • 200 g. di olio di cocco
  • 2/3 c.ni di succo d’acero, o sciroppo di riso.

PREPARAZIONE

In una ciotola sciogliere il burro di cocco a bagnomaria, aggiungere la buccia di limone grattugiata e amalgamare bene i due ingredienti, in un altra ciotola stemperare l’amido di mais nel succo dei limoni, unire la curcuma, aggiungere il succo d’acero o lo sciroppo di riso, mescolare bene,  e unire al burro di cocco, continuare a cuocere il composto a bagnomaria per pochi minuti, fino a quando sarà diventata una crema quasi trasparente.

Setacciare con un colino fine per eliminare al buccia di limone e ottenere una crema liscia, da conservare in vasetti sterilizzati, e utilizzare a piacere.IMG_9133

 

 

 

Culture diverse possono convivere?

 

Certo che gli incontri possono avvenire anche tra culture diverse, e insieme creare qualcosa di molto interessante, come un matrimonio, non sempre avviene tra conterranei, e poi si scopre che la combinazione genera un buon equilibrio.

A volte mi piace unire ingredienti insoliti, provenienti da altre culture. Come in questo caso,  la patata dolce e arancione, l’avocado e il finocchio. America, America Latina e Italia. Infatti due mondi perfettamente in equilibrio.

Si dice matrimonio ben riuscito, anche quando si parlano due lingue diverse ci si può comprendere perfettamente, e chi se lo aspettava che riuscisse così bene!!

Mi piace fare dell’ironia sui miei piatti. Mi infondono emozione.

Il piatto che propongo è perfettamente equilibrato dal punto di vista nutrizionale, per la combinazione di amidi e grassi, e paradossalmente la patata dolce è ben bilanciata sul piano dell’indice glicemico. A differenza della patata comune. Quindi niente paura per i diabetici.

Andiamo alla ricetta:

Ingredienti per 2 persone

  • 2 Patate dolci bio una bianca e una arancione
  • 1 Avocado maturo
  • 1 Finocchio
  • 1 c.io salsa tahina (facoltativa)
  • Gherigli noci tritate
  • Succo di limone q.b.
  • Olio evo q.b.
  • Olio piccante q.b.
  • Sale
  • Pepe
  • erbe aromatiche a piacere

Preparazione

Lessare le patate in acqua bollente per 30″ facendo la prova stecchino, fare attenzione alla cottura, quella arancione potrebbe essere pronta in meno tempo, devono risultare comunque sode e non sfatte.  Raffreddare in acqua,  pelare e tagliare a dadini regolari, dividere in due ciotole e condire con olio,  limone, sale e pepe.

Lavare e tagliare a striscioline sottili il finocchio,  metterlo a bagno in acqua fredda con un po’ di succo di limone. Tagliare l’avocado eliminare la scorza e il nocciolo, aggiungere succo di limone e pressare la polpa con un forchetta,  oppure frullare con il minipimer; aggiungere un po’ di olio piccante (se piace della salsa tahina).

Tritare i gherigli di noci.

Con un coppapasta da circa 7/8 cm. alternando, strati di patata bianca,  noci tritate due gocce di olio piccante, continuare con uno strato di crema di avocado, uno strato di patata arancione, noci tritate e 2 gocce di olio piccante, terminare con tre quenelle di salsa di avocado e la chiffonade di finocchi ben sgocciolati e asciugati,  far cadere qualche goccia di olio piccante. E una spolverata di pepe. Erbe aromatiche, finocchietto, aneto e prezzemolo.

Buon appetito!

 

 

 

 

 

Gli indispensabili

Un buon cuoco o uno Chef stellato, per prima cosa ha in dispensa le erbe, le spezie e gli aromi, che in genere si prepara da solo o si fa preparare. Dopotutto non a caso la cucina ha origini antiche come il mondo. Oggi con i prodotti già pronti si è perso un po’ quell’abitudine di prepararsi le basi indispensabili,  quelle che non dovrebbero mai mancare nella dispensa. Quelle che poi danno un tocco originale al piatto che fungono da insaporitori  che ne esaltano l’essenza, naturale.  Invece che usare surrogati che ne modificano la natura,  nonché di dubbia provenienza.

Infatti nelle cucine dei ristoranti,  ho visto molto spreco di prodotti che potrebbero essere utilizzati e dare valore a piatti anche super stellati. E’ anche dovere di un buon cuoco salvaguardare l’ambiente evitando gli sprechi, ed aiutare l’ecosostenibilà, e utilizzando  prodotti di origine biologica o biodinamico. (Dico questo perché recentemente mi è capitato di vedere fuori da un ristorante cassette piene di gambi di carciofi pronti per essere gettati.)

Un mio contributo all’ambiente e all’ecosostenibilità,  è acquistare  nei negozi biodinamici oppure dai piccoli  produttori, che non fanno uso di  semi o concimi chimici e pesticidi di vario genere. E’ anche un buon modo per far crescere piccole aziende che lavorano in modo etico e rispettoso per il pianeta…
E utilizzare il prodotto in tutte le sue capacità,  per ridurre al minimo gli sprechi.

Prendiamo ora dei limoni ovviamente biologici.  Nel mio caso,  quando ne ho una esigua quantità, preparo tutte le scorzette che andrò a tritare finemente suddivise in varie parti: tritato fresco per la preparazione di dolci, creme, e biscotti. Aggiunto a zucchero di canna e poi lasciato ad essiccare.  Per dell’olio aromatizzato al limone conservato in un vasetto di vetro.

Le mie basi per una buona e sana cucina sono le erbe. Che amo particolarmente e che mi coltivo da sola.

Per me è come dare un tocco di lusso ai piatti,  E’ un po’ come condire la vita.

Ne uso in abbondanza nei soffritti oppure sulle verdure a vapore o stufati,  il trito di aghetti di rosmarino e limone, si conserva molto bene in un vasetto e si mantiene per diversi giorni in frigorifero. Fare  dell’olio aromatizzato, e utilizzare a crudo, ad esempio sui legumi, aromatizzare del sale, o del peperoncino. può essere conservato più a lungo,  essiccandolo all’aria. Tagliata a striscioline o a dadini, aggiunta alle tisane.

Ottengo ora del succo che si conserva molto bene in bottigliette di vetro in frigorifero, così è sempre pronto all’uso.  Emulsionato con olio di oliva ricavo una citronette, da utilizzare sulle insalate o per le marinate. Oppure come starter per le cagliate dei formaggi freschi vegetali. Per la preparazione di marmellate e gelatine ecc.

Questo sistema mi consente di avere sempre la dispensa fornita, degli ingredienti indispensabili, e freschi, per il mio tipo di cucina. Per risparmiare tempo durante la preparazione dei miei piatti. e anche un buon  risparmio economico, se consideriamo i costi dei prodotti confezionati, questo è anche essere un consumatore consapevole.

E sinceramente quando eseguo queste operazioni, il fatto di sporcarmi per così dire le mani, (questo per me è un lusso) essere a stretto contatto con qualcosa che arriva dalla natura, osservarne tutte le sfumature, i colori, annusare l’aroma intenso, le sensazioni al tatto, e a tutti gli altri sensi.   Mi induce sempre a meditare, sul grandioso dono della natura.

Questo è il mio suggerimento di oggi.

Buon lavoro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Crumble di mele al cocco sabbiato

Un tipico dolce inglese, che mi ritrovo a fare spesso per la sua rapidità di esecuzione, e che io ho soprannominato salva dessert, l’idea dell’ultimo momento,  e anche salva frutta, a volte succede di avere  nel cestino della frutta delle mele che hanno perso l’aspetto bello sodo, in genere usando sempre frutta di origine biologica, è un peccato buttare via un prodotto ancora ottimo. Ovviamente quando è possibile salvarlo.

La mia versione di crumble ovviamente è personale senza l’uso di burro, e  invece di usare della normale farina di grano, per darle un gusto un  po’ esotico ho usato della farina di cocco e l’olio di cocco. E invece che la vaniglia,  della scorza di limone tritata finemente al coltello. E le mele le ho grattugiate a julienne, in questo modo la base resta molto morbida.

I passaggi sono pochi e semplici. Il risultato è ottimo, croccante fuori e morbido dentro. Sprigiona un gradevole profumo di cocco e di vaniglia nell’insieme. con sentori di cannella,  e aroma di limone e mela. Delicato e aromatico al palato. Nulla da invidiare al classico crumble inglese.

Ingredienti per 4 crumble monoporzione

  • 3/4 mele golden bio
  • 2 cucchiai di succo di un limone fresco bio
  • scorza di un limone  bio tritata finemente
  • 1/2 c.ino di cannella in polvere
  • 200 g. di farina di cocco bio
  • 50 g. di olio di cocco bio
  • 80 g. di zucchero di canna chiaro

  Preparazione

Prepariamo due ciotole di vetro, sbucciamo le mele e grattugiamole a julienne, irroriamo subito con succo di limone, prima che anneriscano, spolveriamo con la cannella e mescoliamo. Nell’altra ciotola versiamo la farina di cocco, lo zucchero, l’olio di cocco e la buccia di limone finemente tritata al coltello, (questa operazione consentirà al limone di conservare gli oli essenziali contenuti nella buccia). Mescolando con le mani dobbiamo ottenere un composto sabbioso.

Questo dolce si presenta molto bene servito in cocottine monoporzione, ma in mancanza si può usare una comune tortiera e suddividerlo poi nei piatti da dessert.

Con poco olio di cocco spennelliamo le cocottine e versiamo delle porzioni uguali di mela e pressandola leggermente. Procediamo con il composto sabbioso, stenderlo senza pressarlo.

Inforniamo in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti circa la superficie dovrà risultare dorata ma non troppo scura. Sforniamo, lasciamo intiepidire, questo dessert può essere servito freddo ma anche tiepido, e per un tocco di classe finale leggermente cosparso di polvere o di pagliuzze d’oro edibile.

Buon appetito!